La questione delle palme in piazza Duomo

La polemica sulle palme in piazza Duomo sembra pian piano scemare; rimane tuttavia la questione dello spazio usato in forma così temporanea, e quindi sottoposto all’arbitrio dello sponsor di turno.

Per risolvere la questione una volta per tutte mi permetto di fare una proposta super partes che non potrà che ricevere consenso unanime, e che riafferma l’importanza del Razionalismo nella cultura milanese: la realizzazione del progetto di Diotallevi e Marescotti del 1940 per un edificio da loro concepito con una frammistione flessibile di residenze e uffici indipendenti o collegati tra loro (e con quello che oggi si chiamerebbe co-working), con shared services e galleria mostre temporanee a piano terra. Con un po’ di vegetazione adeguata sui balconi scelta da Gustavo Gandini attirerebbe anche le farfalle, aumentando la biodiversità urbana (basta che poi lui non metta da altre parti i suoi nidi prefabbricati per rondoni, sennò poi i rondoni si mangiano le farfalle). Si dice sempre che manchiamo di vision e coraggio, ma i nostri padri ne avevano da vendere. 

Spero in un plebiscito.

(E poi, se si guarda con attenzione il plastico di Diotallevi e Marescotti, la fila di verde del patio lineare del basamento è esattamente nella posizione attuale delle palme e dei banani; quindi l’installazione verde di Marco Bay è perfettamente compatibile con la proposta, e anzi potrebbe essere vista come un suo ideale “trailer”).